Cosa riusciamo a sapere dell’Africa?

C’è ancora tempo per comprare il numero di Left che ha accompagnato il cambio di anno. “Mama Africa” è ancora disponibile in edicola (e lo sarà sempre online) e mantiene la promessa della copertina: più di metà del numero è interamente dedicato al continente africano, senza tralasciare, come di consueto, gli aspetti culturali e artistici. Per il resto, oltre a una buona parabolica, vi consiglio di frequentare siti web come quello di Africarivista.

Dagli articoli di apertura di Stefano Galieni, che traccia la mappa aggiornata di conflitti e dittature in relazione ai rispettivi colonialismi e processi di acquisizione dell’indipendenza nei vari paesi, e di Chiara Cruciati che si concentra sulla lotta del fronte Polisario per la fondazione di uno stato democratico nel Sahara occidentale (ex spagnolo) aperto anche ai coloni del potente vicino, il Marocco, si passa con Lucio Cascavilla all’analisi del caso esemplare di un paese virtualmente ricchissimo come la Sierra Leone e dei suoi “rimpatriati” (gli “ex milionari in bancarotta”), all’intervista di Federico Tulli a Massimo Livio Bacci, che fa una disamina dei danni che il Covid-19 sta producendo anche indirettamente attraverso il blocco dei flussi migratori, tanto nei paesi di origine quanto in quelli d’arrivo come l’Italia, alla difesa del soccorso in mare come “la più antica delle leggi” nell’articolo di  Caterina di Fazio e Moni Ovadia, che parlano, oltre a molto altro, di un tema caro al romanzo Mare in fiamme quale il “genocidio cirenaico”.

A completare questo dossier gli articoli dedicati agli aspetti artistici e culturali della decolonizzazione: Fulvio Cervini inquadra il fenomeno della restituzione del maltolto coloniale all’interno di un più ampio riconoscimento della dignità dell’arte africana, un’operazione che, come evidenziato nell’intervista di Juliette Penn al critico d’arte del Cameroun Simon Njami, è necessario che parta dall’Africa all’interno di un processo di riappropriazione culturale rispetto a cui il recupero dei singoli pezzi è soltanto una conseguenza, addirittura marginale, di isolati atti di esibizionismo occidentale. Completano questa sezione culturale la recensione della direttrice Simona Maggiorelli del libro Al di là dell’estetica. Uso, abuso e dissonanze nelle tradizioni artistiche africane, del Nobel nigeriano Wole Soyinka, che ruota intorno alla necessità di definire un canone artistico africano che nulla abbia da invidiare a quelli codificati di matrice “occidentale”, e l’intervista di Giuliana Vitali al poeta congolese Kama Sywor Gamanda, con la sue difficoltà a fare poesia africana nella vecchia e poco accogliente Europa.

Una volta terminata la lettura del “dossier Africa”, in questo numero di Left troviamo del tutto pertinente il passaggio a due importanti contributi tesi a smontare tentativi e tentazioni di apologia del fascismo di ieri e di oggi: l’intervista di Sonia Marzetti a Filippo Focardi e l’articolo di Pino Casamassima sul segretario del MSI Almirante.

Viviamo in un’epoca in cui l’attenzione dei media si concentra al 90% sul COVID in Italia. Per sapere cosa accade nel mondo, oltre al COVID e comunque fuori dall’Italia, le fonti disponibili non sono molte. Ecco perché il numero di Left è quanto mai benvenuto e, in pari misura, sono benvenute le iniziative di Africarivista come il prossimo ciclo di seminari “Guerra e pace: lezioni di geopolitica in streaming sull’Africa contemporanea“, al quale sarà possibile partecipare, previa iscrizione, a partire dal 9 gennaio. Tutte le informazioni del caso sono QUI.

Quella al COVID non è l’unica guerra. Se volete informarvi, soprattutto sull’Africa, sarà bene passare all’antenna parabolica. Oppure spegnete la TV e cercate con attenzione.

Buona ricerca.