#ISF, ovvero Italian Science Fiction. Inauguriamo oggi una nuova rubrica dedicata alla fantascienza italiana.

Non si tratterà di vere e proprie recensioni, come quelle che scrivevo un tempo sul vecchio blog, ma di semplici consigli di lettura, con citazione della trama e di alcuni estratti, e almeno un paio di buone ragioni per leggere il libro.

Il libro con cui esordiamo è uscito ben dieci anni fa per Delos Books ed è stato scritto dal napoletano Giuseppe De Felice, che aveva vinto l’Edizione 2005 del Premio OdisseaIo l’ho comprato in formato cartaceo nell’ambito dell’iniziativa Delos Books per Amatrice, i cui proventi sono stati devoluti alle vittime del sisma.

Perché leggerlo? Perché è scritto bene, tanto nella forma quando nell’idea narrativa di base: le immagini si formano con naturalezza durante la lettura e i personaggi sono ben caratterizzati. L’apparente ricorso a stereotipi americaneggianti appare voluto, una sorta di eco di una narrativa che dieci anni fa rappresentava forse per la scrittura degli italiani un imprinting che oggi sta di certo sfumando. Una delle trovate più indovinate della storia è il “flusso”, in cui naviga la mente dei piloti iperspaziali, peccato solo che acquisti importanza solo dopo aver girato la boa di metà lettura. Ma i risvolti del tutto imprevisti dell’idea ci fanno rendere conto che si è trattato di un’attesa ampiamente meritata.

Dal mio punto di vista, infine, questo è un libro che ha un immenso pregio: è completamente ateo e rientra nel filone della fantascienza “umanista” che prediligo.

Ed ecco quindi, come faremo anche per i prossimi consigli di letture #ISF, il testo di presentazione del libro e un paio di estratti.

Il libro

C’è un Luogo Proibito fra le stelle. Nessuna astronave può atterrarci. Nessun uomo può metterci piede. Ma tutti sognano di farlo. Il Pianeta di Bachman è diventato l’ultimo mito dell’umanità sparsa tra le stelle. Gli hanno cucito addosso storie favolose, è il centro focale di culti, sette e religioni vecchie e nuove. Sospeso nello spazio tra un buco nero, una stella moribonda e un pianetino miracolosamente abitabile su cui si sono raccolti curiosi ed eccentrici, il Luogo Proibito è anche una sfida, un limite che tanti sognano di infrangere: perché chi riuscirà infine a sbarcare sul Pianeta di Bachman avrà un posto nella Storia. E’ una lusinga a cui molti non sanno resistere. Fra questi, un miliardario affamato di successo, una giornalista meno sicura di quel che vorrebbe apparire e un pilota che ha smarrito definitivamente la propria rotta…

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L’autore

Giuseppe De Felice, napoletano dalla nascita. Lavora nel campo della fotografia e della grafica digitale, ma il suo interesse principale è scrivere. Quando non si tratta di romanzi o racconti, per i quali ha ricevuto diverse segnalazioni a premi importanti come il Lovecraft nel 1994, sono recensioni musicali, tutte pubblicate sul sito www.aorarchivia.com e sulle riviste con cui collabora da anni, Classic Rock Lifestyle, Classix! e Classix Metal. Fra i suoi autori preferiti Zelazny, Moorcock, Delany, Vance, Lafferty e tutto il fantastico sudamericano (Bioy Casares e Cortazar in particolare).

Passi scelti

Cinque minuti dopo facevano l’amore, e Mira pensò per un attimo ai platonisti e a tutti gli altri matti di Thule che cercavano il paradiso nel luogo più assurdo dell’universo senza rendersi conto che la beatitudine era ad appena un passo, quella beatitudine che lei e Ramon conoscevano ogni volta che i loro corpi si allacciavano e si fondevano, quella beatitudine che li portava dritti in paradiso senza dover ricorrere a stimolatori cerebrali, droghe, preghiere e invocazioni a divinità più o meno strampalate.”
 “Thule non è il serbatoio dei pazzi, ma degli irresponsabili, degli egoisti all’ennesima potenza, dei fiacchi e degli illusi. Di chi vuole a tutti i costi vedere qualcosa di più che qualche chilo di carne e ossa in perenne rotta di collisione con la morte in un essere umano. Per il sottoscritto, uomini e donne non sono niente più che questo, e sono convinto che da qui si dovrebbe partire per comprendere e dare un minimo di senso alla nostra esistenza. Smetterla di credere che quando chiuderemo gli occhi per sempre qualcosa ci staccherà dalle nostre miserabili carcasse e volerà in un empireo luminoso o in un pozzo senza fondo. Arrenderci alla vita, ai suoi orrori e alle sue bellezze. Riflettere e renderci conto una volta per tutte che nessuna religione e nessun sono può darci questo – e prese la mano di Hassan, intrecciò le dita con le sue, la strinse, – e rassegnarci al fatto che non c’è nient’altro che questo.”

Il pianeta di Bachman, di Giuseppe De Felice (2007) Delos Books, Fantascienza.com n. 13, pagg. 255, euro 16.