3 Ottobre3 Ottobre

Il tre ottobre duemilatredici quasi quattrocento esseri umani morirono in mare. Per qualche giorno l’Europa si fermò. Poco dopo tutto riprese come prima.

Nei sette anni trascorsi sono cambiate due cose: ora ci sono gli accordi italo-libici e non c’è più un efficace coordinamento interforze europeo per il soccorso in mare. Così, oltre a essere responsabili dei morti in mare, che continuano a esserci, siamo responsabili anche dei morti e dei torturati sulla terraferma, a qualche decine di chilometri dalla Sicilia.

Un po’ come quando a governare eravamo noi, laggiù in Libia.

L’Italia liberale del Regno, il fascismo, la Repubblica. In più di cento anni, per chi è africano, non è cambiato niente.

E oggi, la politica e la stampa se la cavano con cinque righe e una corona di fiori (leggete ad esempio qui), e se non fosse stato per il sindaco di Lampedusa, nemmeno quella.

Il tre ottobre duemilatredici pensai che anche io avrei dovuto contribuire a parlare di queste tragedie, delle loro cause e delle responsabilità politiche e storiche che le determinano.

L’ho fatto con Mare in fiamme e continuerò a farlo.

Tre ottobre, 2020.