Il 19 febbraio è il giorno della memoria in ricordo delle vittime africane durante l’occupazione coloniale italiana.

colonialismo italiano in Africa

Anche domani, 19 febbraio, ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, si ricorderà, con cerimonie, discorsi e preghiere probabilmente limitati dalla pandemia in corso, il “Giorno dei martiri”. Secondo il calendario etiope era Yekatit 12, nell’anno 1937. Fu allora che l’Italia fascista dimostrò di essere degna maestra del nazismo, attraverso uno dei più atroci e impuniti massacri della storia coloniale mondiale.

Piuttosto che dilungarmi nella ricostruzione dei fatti, approfitto delle maggiori competenze di chi a questi temi si dedica da più tempo di me, rimandandovi a questo esauriente articolo di Wu Ming 2 (autore del romanzo Timira di cui abbiamo parlato qui) su Internazionale.

Nel 1946 il governo etiope presentò un memorandum alla Conferenza di Pace di Parigi chiedendo il riconoscimento dei crimini di guerra italiani durante i cinque anni di occupazione del paese. In occasione del “massacro del febbraio 1937” sono indicate 30mila vittime, mentre 760.300 sono gli uccisi in battaglia, per rappresaglia, nei bombardamenti, con i gas asfissianti, nei campi di prigionia, nei villaggi incendiati o da un plotone d’esecuzione.

Al massacro non partecipano solo i militari e le camicie nere, ma anche gli operai, gli impiegati e altri ‘coloni’ italiani. Sessant’anni dopo, nel 2006, un piccolo gruppo di parlamentari presentò alla Camera una proposta di legge per istituire, il 19 febbraio, un «Giorno della memoria in ricordo delle vittime africane durante l’occupazione coloniale italiana». Non se ne è più saputo nulla.

Ecco perché sarà bello e importante partecipare a questo incontro, che si preannuncia di grande interesse.

Buon ulteriore giorno della memoria.