L’Universo Insonne arriva sul settimanale Left, molto caro a chi scrive per varie ragioni, con un articolo a firma di Francesco Gatti, che ringraziamo per l’attenzione. L’articolo descrive le “visioni di futuro” degli autori italiani di fantascienza, cercando di trarne un quadro d’insieme.

L'universo insonne arriva su Left

Un domani da incubo così simile al presente” recita il titolo, a significare come la distopia risulti il tipo di ambientazione prediletto da noi italiani. Di certo l’Universo Insonne rientra in questa categoria, che possiamo definire come una dimensione sociale ed esistenziale in cui vigono condizioni più ostili di quelle attualmente raggiunte attraverso il “progresso”. Una specie di inversione di tendenza, dunque “il contrario dell’utopia”, come scrive Gatti.

D’altra parte, i protagonisti della saga dell’Universo Insonne lottano perché tutto questo abbia fine. Haddaiko, la nazione libera creata da Hobbes e Tobruk nel primo romanzo Ferro Sette, è una “piccola utopia subplanetaria”. Ed è questo il senso più autentico della storia. Una storia di ribellione.

E questo è vero, a maggior ragione, per il terzo romanzo della serie, Mondi senza tempo, in arrivo a maggio per i tipi di Delos Books. Perché Tobruk Ramarren, il protagonista, questa volta è rimasto completamente solo, a combattere. E la posta in gioco, per la prima volta, è il senso della sua stessa esistenza.

Ecco il sommario, qui, del numero di Left in edicola da oggi.